

– I FOSFAGENI ATP e PC, immagazzinati nelle cellule muscolari;
– IL GLICOGENO, immagazzinato in grandi quantitativi sia nel muscolo che nel fegato.
Non vengono inclusi in questa lista altri serbatoi (lipidi ecc.), in quanto, pur essendo mobilizzati ed utilizzati, sono comunque attivati in forma indiretta, ma, soprattutto, il loro ripristino non avviene immediatamente nelle fasi di RESTAURO, ma durante successive fasi metaboliche (a lungo termine).
La ricostituzione delle riserve immediate di ATP e PC, consumate durante l’esercizio, puo’ addirittura avvenire in pochi minuti, e, mediante allenamenti mirati e adattamenti dell’atleta, anche durante fasi di recupero ATTIVO durante la prestazione stessa!!! Questo ci porta a capire che queste riserve energetiche non possono costituire un LIMITE assoluto al nostro allenamento o comunque lo possono condizionare solo in modo parziale. Un giusto programma alimentare e di integrazione e’ piu’ che sufficiente a garantire all’atleta di effettuare addirittura doppi allenamenti giornalieri senza assolutamente avere problemi energetici generali.
Se consideriamo le nostre RISERVE energetiche GLOBALI, potremo addirittura verificare che, grazie ad adattamenti metabolici dei nostri sistemi di produzione di energia, il nostro “motore” e’ addirittura capace di adattarsi o comunque di riconvertire diverse “benzine” nel carburante a lui piu’ idoneo. Ecco quindi che, terminati gli zuccheri, c’e’ una partecipazione delle scorte lipidiche o addirittura un metabolismo di alcuni aminoacidi e proteine. Anche qui il LIMITE di efficienza e di CAPACITA’ del nostro fisico e’ veramente ENORME e puo’ essere seriamente messo in crisi solo in prestazioni di “ultra-endurance” o nel caso di abitudini alimentari TOTALMENTE SCORRETTE.
Per meglio affrontare questo l’argomento, dobbiamo anche riprendere alcuni concetti base sul controllo nervoso della funzione muscolare.
Il nostro SISTEMA NERVOSO e’ composto dall’encefalo e dal midollo spinale e la sua unita’ anatomica di base e’ il neurone o cellula nervosa. Un IMPULSO NERVOSO e’ una modificazione dello stato elettrico della cellula nervosa.
Per avere un qualsiasi riflesso motorio (nel suo concetto piu’ semplice) e’ necessario che venga generato un segnale sensoriale dal Sistema Nervoso Centrale e che, mediante un neurone afferente, venga stimolato un neurone efferente o MOTORE che determina la risposta muscolare. TUTTI GLI IMPULSI NERVOSI vengono trasmessi da un neurone all’altro o da un neurone ad una fibra muscolare tramite trasmettitori chimici.
Questo e’ un RIASSUNTO fin esasperato del funzionamento del nostro sistema nervoso, che rappresenta uno dei sistemi piu’ complessi di tutto il nostro organismo (tanto che ancora alcuni processi devono essere completamente indagati e spiegati).
Una parte del nostro sistema nervoso, dotato di funzione indipendente, viene chiamato SISTEMA NERVOSO AUTONOMO: esso partecipa al controllo di attivita’ quali il movimento e la secrezione degli organi viscerali, la termoregolazione, ma entra anche in aiuto di alcune funzioni proprie del Sistema Nervoso Centrale.
Molte funzioni sono infatti direttamente DIPENDENTI dalle EMOZIONI, e possono quindi avere diretta dipendenza da un particolare stato mentale!!!
Come ultimo concetto vorrei ricordarvi che tutti i nostri muscoli sono in possesso di ORGANI di SENSO; il dolore che viene avvertito a livello muscolare in un muscolo affaticato o che sia stato vigorosamente contratto e’ dovuto alla stimolazione degli ALGORECETTORI, recettori dolorifici che si trovano non solo nelle stesse fibre muscolari ma anche nei vasi sanguigni (nelle arterie e non nelle vene) che irrorano le fibre muscolari, oltre che nel tessuto connettivo.
Ripresi questi concetti di base, possiamo capire come i livelli ENERGETICI possano influire sia direttamente sulle fibre muscolari, che sulla loro attivazione nervosa.
Tornando ora sulla considerazione che i limiti prestativi e di capacita’ dei nostri serbatoi energetici sono ALTISSIMI, possiamo finalmente capire come MOLTO spesso, la fatica e la sensazione di mancanza di energia durante allenamento siano dovute piu’ ad un processo di stanchezza e deconcentrazione mentale, che ad un vero e proprio calo fisiologico e metabolico.
Se pensiamo che, un determinato grado di ATTIVAZIONE MENTALE e di CONCENTRAZIONE sono in grado di far produrre maggiore adrenalina ed endorfine al nostro organismo, possiamo capire come spesso vi sia una DIPENDENZA DIRETTA della nostra capacita’ di ‘faticare’ e di riuscire a portare a termine un determinato lavoro con il livello elevato di stimolazione somatica e psichica.
Soprattutto per atleti giovani e per gli amatori, e’ spesso difficile riuscire a capire quando veramente ci avviciniamo al nostro limite prestativo e quanto effettivamente il nostro fisico sia in grado di sopportare ancora un determinato STRESS. Capita cosi’ molto spesso che, anche per un atteggiamento ‘preventivo’ e di ‘difesa’, molti atleti non riescano mai ad esprimere al massimo le loro capacita’ oppure non riescano a migliorare progressivamente i loro livelli massimali di prestazione.
Molto spesso, in particolare durante allenamento, quando vengono raggiunte determinate SOGLIE di dolore o di fatica, e’ proprio la nostra mente che ci fa desistere dal procedere, anche se ‘fisiologicamente parlando’ avevamo ancora energie, ma soprattutto i nostri processi metabolici muscolari e cardio respiratori erano in grado di poter spingere oltre!!!
Riprendendo tutti i concetti analizzati, possiamo capire come la concentrazione e lo stimolo mentale, portino a determinati stati di attivazione metabolica (ad esempio la produzione di adrenalina e di endorfine arriva a TAMPONARE l’attivazione degli ALGORECETTORI e quindi anche la sensazione di fatica e di dolore muscolare vengono attenuati) che influiscono direttamente sulla prestazione.
vere e proprie metodologie di allenamento mentale (MENTAL TRAINING) e codificano anche dei supporti esterni per gli atleti (MENTAL COACH) che aiutino ad imparare e a lavorare anche mentalmente.
Per atleti amatori, anche la sola presenza di un altro atleta in allenamento o comunque della squadra (soprattutto nei settori giovanili) diventa UN ASPETTO FONDAMENTALE, in quanto subentra anche un aspetto legato alla competizione fra pari, all’orgoglio personale… Tutte variabili che devono essere gestite e convogliate in modo proficuo e positivo, al fine di avere sempre stimoli nuovi e MOLTA MOTIVAZIONE!!!