
Nel corso degli ultimi cinquant’anni si è assistito nei Paesi occidentali ad un cambiamento radicale delle abitudini alimentari. Siamo passati, infatti, da un regime alimentare basato su alimenti non raffinati, di origine vegetale, procurati
a prezzo di un duro lavoro ad una alimentazione meno salutare, composta da cibi raffinati, prontamente disponibili, ma spesso carente di ortaggi e frutta.
Nello stesso periodo numerose ricerche condotte sulla popolazione hanno evidenziato un incremento di malattie croniche, come diabete, obesità, artrosi, osteoporosi, disturbi correlati alla menopausa e cancro. In conseguenza di tale
concomitanza è aumentato l’interesse per il possibile ruolo protettivo di una corretta alimentazione nei confronti della salute e si sono imposte in sequenza alcune tendenze alimentari. Così se negli anni ’60 si afferma la dieta vegetariana,
nel decennio successivo è la volta dell’agricoltura intensiva, quindi della valorizzazione negli anni ’80 dell’apporto di fibre con la riduzione dei grassi.
Infine, dagli anni ’90 è maturata sempre più la consapevolezza dell’importanza dello stile di vita per la ricerca della salute e del benessere. E se la vita media attuale si è allungata rispetto a quella dei nostri antenati, grazie soprattutto
alle misure igieniche, alla facile disponibilità di alimenti diversi ed ai continui progressi della Medicina, i mutamenti attuali dello stile di vita e del comportamento alimentare cominciano a incidere in maniera negativa sull’aspettativa e
sulla qualità della vita.
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Dr. Bruno Brigo